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Dal vivo è un'altra storia

Assisi: le domus a colori

  • Memoria
  • Assisi (Umbria)
  • dicembre 2020
Assisi: le domus a colori
Alle pareti elementi fantastici e dettagli architettonici, rami intrecciati con fiori e uccellini, fasce dalle tinte accese, festoni di foglie, grifi alati in posizione araldica, quadretti con scene mitologiche. E ancora pavimenti con mosaici e marmi.  Tra le vie arroccate di Assisi si nasconde un incredibile tesoro a colori.
Quando si visita la città di San Francesco e di Giotto possono emergere meraviglie inaspettate: i resti dell’Assisi romana e sotterranea. Secoli di storia hanno trasformato questa città nel baluardo scenografico che ancora oggi domina la pianura. Una serie di terrazzamenti degradanti seguono l’andamento naturale del declivio del Monte Subasio e le testimonianze ancora presenti ne disegnano l’architettura: la cinta muraria con le sue porte, il foro romano, il tempio c.d. di Minerva, l’anfiteatro, vari monumenti. Ma entriamo dentro due luoghi che sono "gioielli" a colori: la domus Musae (cosiddetta “di Properzio”) e la domus del Lararium. Entrambe le abitazioni sono ubicate nell’antico centro storico di Assisi. Raccontano la raffinatezza del municipio in età augustea e giulio-claudia e forniscono elementi di alto valore per la conoscenza della decorazione pittorica parietale e musiva romana tra il I secolo a.C. e il I d.C. Siamo di fronte ad un vero e proprio quartiere dove viveva l’Assisi aristocratica.

Un trionfo di colori
I primi ritrovamenti della domus Musae avvennero nel 1864 in piazza del Vescovado, a circa 2,5 metri al di sotto del pavimento della cripta medioevale della chiesa di Santa Maria Maggiore.
Nel 2001, non lontano da questa domus, durante i lavori di consolidamento di Palazzo Giampè vennero alla luce parti di un’altra splendida abitazione: intere pareti affrescate perfettamente conservate e pavimenti a mosaico. Dagli elementi attualmente rinvenuti si ipotizza una domus imperiale su due livelli.
La raffinatezza pittorica testimonia l’alto livello delle maestranze, riconducibile ad una fase avanzata di terzo stile (prima metà del I sec. d.C.), un unicum in Umbria.
Il confronto più immediato è con la Villa della Farnesina a Roma. Le due domus regalano una visione stilistica particolarmente raffinata: una meraviglia di colori tutta da scoprire.

La domus Musae
“Ho baciato la casa della Musa”. Così recita il graffito latino del 367 d.C. trovato nella domus e lasciato in quell’anno da un anonimo visitatore. Da qui l’ipotesi, sostenuta in principio, che la casa appartenesse al poeta latino Sesto Properzio, originario di Assisi, e la titolazione domus “di Properzio”. In realtà gli elementi architettonici e decorativi rimandano alla metà del I sec. d.C. avanzato, mentre il poeta morì nel 16 a.C. Di certo la casa fu abitata da una persona benestante, colta e amante del gusto e dell’eleganza. Il dibattito storico e archeologico è aperto e si sta adottando per l’edificio la denominazione domus Musae.
Il colore dominante nelle pitture è il giallo ocra. Sono visibili, dagli scavi finora condotti, i resti di tre stanze e del criptoportico (portico coperto) lungo circa 5 metri. Qui, dopo un alto zoccolo su fondo nero con motivi floreali e animali marini, si apre l’ampia parete decorata da candelabre e festoni in bruno dorato.
Il carro rosso brillante di Apollo, trainato da due grifi alati, si contrappone al gigante Polifemo ammaliato dalla ninfea marina Galatea, splendente nei lungi capelli castani.
Sono i soggetti mitologici dei due quadretti giunti superstiti in questo ambiente, identificati grazie ai versi greci graffiti sopra e sotto i riquadri stessi. Altri otto quadretti mitologici, sempre corredati da testi greci in metrica, sono in parte o completamente scomparsi.
A nord del criptoportico si apre una nicchia (viridarium) ed è una vera sorpresa per gli occhi. Un intreccio di piccoli rami verdi e fiorellini rossi a cinque petali copre le pareti. Poggiati qua e là, tanti uccellini variopinti chiudono uno scenario bucolico. La decorazione può essere accostata alle pitture di giardino tipiche delle ricche abitazioni di età imperiale, come la Villa di Livia di Prima Porta a Roma. 

La dimora degli sposi
Riccamente decorata con affreschi, stucchi e mosaici, conferma l’alto grado di cultura e agiatezza del proprietario, probabilmente un personaggio in vista della città di Assisi. Questa domus è chiamata del Lararium, perché qui è stata ritrovata la statua di un Lare, ossia una divinità a protezione della famiglia. Ogni ambiente si affacciava sul grande giardino interno porticato (peristylium). Lo immaginiamo popolato di piante e fiori, abbellito con statue e fontane in marmo. Un luogo di evasione e piacere, che solo gli amici più intimi potevano frequentare. Della complessa pianta della casa sono stati riportati alla luce cinque ambienti di spettacolarità unica, alti circa 4,5 metri. Prima di tutto il cubiculum: l’impatto visivo è degno di una suite imperiale.
Pareti color rosso pompeiano e al centro lo splendido quadretto che suggella un’elegante scena di sposi.
Semisdraiati uno accanto all’altro, la giovane sposa in veste chiara si gira verso il suo uomo, a dorso nudo. Lui le accarezza dolcemente il capo, gli sguardi si incrociano dolcemente ed è amore eterno. Sopra lo zoccolo nero una grande fascia a fondo scuro ospita un fregio decorativo. Cinque fanciulle dalle ricche vesti e un giovinetto in piena forma si susseguono uno accanto all’altro. Si osservano e sembrano sussurrare qualcosa. A chiudere la parete sono due uccellini variopinti. La pavimento della stanza è notevole: in mosaico a tessere bianche e nere, presenta una decorazione geometrica molto accurata con fiori, esagoni e quadrati.
Altra stanza, stessa cura: sulle pareti del triclinium trionfano dipinti degli elementi architettonici resi di prospetto, arricchiti da due grifi alati in cima alla trabeazione, in posizione araldica, e un pappagallo di colore turchese. Al fianco teneri uccellini aprono le ali come a spiccare in volo. Ocra, rosso, blu, bianco, verde: l’intensità dei colori è avvolgente. Altre due camere da letto sono emerse in posizione opposta.

La notevole estensione dell’abitazione fa pensare ad un proprietario altolocato e rivela la straordinaria vitalità dell’antica Asisium in età augustea.
A noi resta l’incanto di ammirare qualcosa di unico.

Dal vivo è un'altra storia.
Dove
Assisi (Umbria)
Quando
dicembre 2020
Categoria
Memoria
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Galleria fotografica
Domus Musae, criptoportico
Domus Musae, pavimento a mosaico
Domus Musae, particolare decorativo del viridarium
Domus Musae, quadretto con Apollo
Domus Musae, il viridarium, part.
Domus del Lararium, cubiculum visto dall'alto
Domus del Lararium, particolare del triclinium
Domus del Lararium, particolare del cubiculum
Domus del Lararium, particolare decorativo