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Dal vivo è un'altra storia

Gradara, nel castello dell'amore e dei misteri

  • Memoria
  • Gradara (Marche)
  • settembre 2019
Gradara, nel castello dell'amore e dei misteri
Una storia di sangue tra le sue mura. Importanti famiglie gentilizie, trabocchetti ferrati e alti torrioni merlati. E poi quel leggendario amore tra Paolo e Francesca. Tutto a Gradara profuma di Medioevo.
Un ponte levatoio apre la via al cortile porticato di accesso. Una volta entrati, si è risucchiati dalle possenti mura merlate, alte e fiere sul crinale del colle. Il tempo sembra essersi preso una pausa, a Gradara. Quest’antico borgo al confine tra Marche e Romagna, appena 25 chilometri da Rimini, trasuda gesta d’eroi e memorie dantesche. Immersa in una conchiglia di verde, Gradara si eleva in posizione strategica tra cielo, terra e storia. Un piccolo gioiello urbano racchiuso nel suggestivo contesto medioevale, dove ha preso vita la grande epopea dei Malatesta. Siamo intorno al 1200 quando il temuto Malatesta da Verucchio, detto il Centenario, si impossessa della torre della famiglia De Grifo, grazie all’aiuto del papa. L’originario mastio di Castrum Cretarie viene così trasformato in rocca e circondato dal primo girone di mura. I tre ponti levatoi e i diciassette torrioni merlati della seconda cinta non tardano a comparire. Il castello di Gradara diventa un baluardo imprendibile, con un nucleo difensivo degno di nota. E dopo i Malatesta ancora grandi dinastie gentilizie ad arricchirne la fama, come gli Sforza e i Della Rovere. Ovunque i segni di una storia millenaria, dalle stradine del centro storico fino ai camminamenti di gronda.

Gradara e il leggendario amore tra Paolo e Francesca
In questo piccolo mondo antico vivono tradizioni immutate nei secoli e storie “d’armi e d’amor” tramandate di padre in figlio. Intrighi che hanno suggestionato scrittori, artisti e poeti. Come Dante Alighieri. Tra le pareti della rocca, proprio qui, in una delle stanze riccamente arredate, si consumò l’epilogo del leggendario amore tra Paolo e Francesca. Gli sventurati amanti sono immortalati nel V canto dell’Inferno, vaganti mano nella mano, ancora insieme, innamorati per l’eternità. A sfidare umanamente la bufera infernale. Una storia crudele, triste, che segue le regole ferree dell’amor cortese. Un padre che cede la cara figlia al marito più conveniente, tal Giovanni Malatesta, poco importa se zoppo e deforme. Una fanciulla sempre sola, chiusa nel suo dolore. Un giovane di rara bellezza, gentile e cordiale, fratello - ahimé - del consorte. Lui, lei e l’altro. Il solito peccaminoso, infiammato e conturbante triangolo. E poi la scoperta. L’atroce, imperdonabile scoperta del tradimento.
La tragedia di Paolo e Francesca si consuma nel castello di Gradara, raccontata da Dante Alighieri nel celebre canto V dell'Inferno.
Tutta Gradara piange la morte dei suoi “Romeo e Giulietta”. Ma nessuna finzione da teatro, niente Shakespeare a scrivere battute. Questa volta la storia è pura realtà. Paolo e Francesca erano seduti su quella sedia in legno dai cuscini rosa antico, a leggere insieme le appassionate vicende di Lancillotto e Ginevra, quando i loro sguardi si incontrarono. L’atmosfera era idilliaca, quasi spirituale. Soli, lontani da tutti. Il desiderio reciproco era palese nel bagliore dei loro occhi, Paolo la strinse a sé, e “la bocca mi basciò tutto tremante./ Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:/ quel giorno più non vi leggemmo avante". Francesca ricorda così quell’attimo memorabile, commossa e angosciata, consapevole della loro dannazione. Ma il sentimento è ancora forte e vivo, nulla può intaccarlo.
“Amor, ch'a nullo amato amar perdona,/ mi prese del costui piacer sì forte,/ che, come vedi, ancor non m'abbandona”.
È il grido d’amore di una donna che ha sfidato se stessa, spinta dalle ragioni del suo cuore. Un grido che ancora oggi sembra risuonare nella stanza, quando si sale, su, nel castello. Parole che continuano ad ispirare artisti e cantanti, come Antonello Venditti o Jovanotti, che le hanno riprese in celebri canzoni. “Amor, ch'a nullo amato amar perdona”: la bella Francesca si getta sulla spada del marito per proteggere il suo Paolo. E la tragedia si compie. Cadono entrambi, il sangue corre sul pavimento. E il castello di Gradara, di questo borgo murato nel retroterra della Riviera Romagnola, diventa il luogo per antonomasia della passione d’amore.

Gradara: Parco Storico-Culturale-Letterario
​Una serie di restauri ha interessato questa fortezza negli anni '20, con un allestimento delle sale interne, ricostruite in ogni dettaglio secondo i modelli della casa-museo di inizio Novecento. Gradara è diventata così un Parco Storico-Culturale-Letterario, in cui il richiamo romantico è inevitabile. Visitarla significa rivivere un tempo lontano, in cui dame e cavalieri celavano i loro amori, palpitanti come un cavallo in corsa, dolci come il paesaggio che avvolge il castello.
Favole che ci incantano, favole che ci fanno dimenticare la frenesia, favole che spingono anche noi a guardare negli occhi di chi è vicino. Dentro le doppia mura di Gradara si può trovare tutto questo. Mistero, passione e un pizzico di fantasia.
Dal vivo è un'altra storia.
Dove
Gradara (Marche)
Quando
settembre 2019
Categoria
Memoria
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