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Dal vivo è un'altra storia

La seduzione dell'Inferno di Dante a Roma… “E quindi uscimmo a riveder le stelle”

  • Mostra
  • Roma, Scuderie del Quirinale
  • 15 ottobre 2021 - 23 gennaio 2022
La seduzione dell'Inferno di Dante a Roma… “E quindi uscimmo a riveder le stelle”
Da Beato Angelico a Balla, il viaggio nella grande storia dell’arte alle Scuderie del Quirinale celebra i 700 anni dalla morte del Sommo poeta. In mostra oltre 200 opere per raccontare la potenza visiva dell'Inferno.
Varcata l’austera porta infernale ci sono tutti i peggiori dannati giù nei nove cerchi dell'Oltretomba dove regna Lucifero. Gridano immersi nel ghiaccio o nei fanghi immondi oppure avvolti in fiamme roventi, supplicano strazianti spiegazioni senza risposte. Un immaginario che Dante Alighieri ha saputo descrivere minuziosamente nella prima cantica della sua Divina Commedia e che ha avuto una prolifera fortuna iconografica nel corso dei secoli, dal Medioevo a oggi. Fino al 23 gennaio nelle sale delle Scuderie del Quirinale a Roma si può viaggiare tra peccato e castigo, tra dannazione e ambita salvezza attraverso le oltre 200 opere della potente mostra “Inferno”  ideata dallo storico dell'arte e del pensiero Jean Clair e curata insieme con Laura Bossi.

Ad “aprire” l’esposizione non poteva che essere la monumentale porta dell’Inferno, nel modello di fusione in gesso in scala 1:1 del capolavoro incompiuto di Auguste Rodin. Alta sette metri, costò all’artista ben quasi quarant'anni di lavoro fino alla morte ed è l’archetipo da cui furono tratti otto esemplari in bronzo.
 

Il viaggio nell’oltretomba infernale

Sono poi le stesse parole del poeta fiorentino a guidare tra luoghi terrifici e visioni laceranti di stanza in stanza, di opera in opera, di artista in artista: Botticelli, Angelico, Bosch, Bruegel, Goya, Manet, Delacroix, Cezanne fino a Dalì, passando per le meravigliose incisioni di Gustave Doré.
 
“Per me si va ne la città dolente
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
[...] Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate”.
 
Inferno, III, 1-9
 
Il volto del Male riecheggia in ogni figura, umana o mostruosa, e in ogni episodio narrato dalle opere in mostra, con il suo carico di orrore e di seduzione distruttiva: “La caduta degli angeli ribelli” di Andrea Commodi, “Le tentazioni di Sant’Antonio Abate” di Jan Brueghel, il celebre “Demonio” di Valladolid in legno policromo, le visioni fantastiche di diavoli e mostriciattoli ideate dalla bottega di Hyeronimus Bosch, il monumentale Satana di Thomas Lawrence o il Lucifero di Franz Von Stuck, solo per citarne qualcuna.
 
“È il Diavolo a tirare i nostri fii!
Dai più schifosi oggetti siamo attratti;
e ogni giorno nell’Inferno ci addentriamo d’un passo,
tranquilli attraversando miasmi e buio”.
 
Baudelaire, I fiori del male
 
Dalle scene medievali più schematiche alle invenzioni rinascimentali e barocche, dalle visioni romantiche fino alle spietate interpretazioni psicoanalitiche del Novecento. Un’intera stanza non poteva che essere dedicata al tormentato amore di Paolo e Francesca: passione e forza infernale per un sentimento che resiste alla condanna.
 

La guerra, lo sterminio, la follia: l’Inferno in terra

Ma in questa ricca rassegna artistica non ci si immerge solo nel mondo ultraterreno della Divina Commedia. Il lato oscuro travalica secoli e tematiche e si va nella “città dolente” creata e causata dall’uomo stesso. Dominano le devastazioni della guerra, i totalitarismi e l'angoscia della reclusione (con le “Carceri di invenzione” di Piranesi). Il lavoro alienante delle catene di montaggio si affianca all'incubo dei campi di sterminio nella preziosa edizione di 'Se questo è un uomo' con le annotazioni di Primo Levi. E il buio della follia spicca con 'La pazza' di Giacomo Balla, di suggestiva potenza visiva.
 

E quindi uscimmo a riveder le stelle

Ma non tutto è perduto, l’intenso tragitto apocalittico si chiude con l’evocazione dell’idea di salvezza dagli incubi claustrofobici di ogni forma infernale. La redenzione individuale e collettiva è quella che già Dante affida all’ultimo verso della prima Cantica. L’ultima sala è ‘illuminata’ così dalle costellazioni celesti con le riprese effettuate dal telescopio Ultra Deep Field della Nasa, con opere pittoriche a tema e citazioni di poeti e scrittori come Leopardi, Ungaretti e Calvino.
 
“L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.
 
Italo Calvino, Le città invisibili
 
La mostra “Inferno” è un omaggio al nostro Sommo Poeta, certo, ma anche un viaggio interiore per guardare dritto in faccia al male e tentar di scoprire quel bene che può condurci su… “a riveder le stelle”.
 
Di certo in un solo modo è possibile. Varcando la porta infernale alle Scuderie del Quirinale.
Dal vivo è un’altra storia.
Dove
Roma, Scuderie del Quirinale
Quando
15 ottobre 2021 - 23 gennaio 2022
Categoria
Mostra
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Galleria fotografica
Lucifero, Franz Von Stuck.
La porta dell'Inferno di Auguste Rodin.
Incisioni della Divina Commedia, Gustave Dorè.
"La visione di Tundalo", bottega di Hyeronimus Bosch.
"La pazza", Giacomo Balla